È scomparso il 30 maggio del 2022, a 108 anni, lo scrittore sloveno di Trieste Boris Pahor (1913), autore di fama mondiale, testimone del XX secolo.
La sua opera rispecchia la dura vita della minoranza slovena sotto il fascismo e la sua esperienza nel lager nazista.
Sono tradotti in italiano diversi suoi romanzi, tra cui: Il rogo nel porto (2001), La villa sul lago (traduzione di Marija Kacin, Rovereto, Nicolodi 2002), Il petalo giallo (traduzione di Diomira Fabjan Bajc, Nicolodi 2004). E poi Necropoli – che lo rese famoso con un enorme ritardo di ben trent’anni anche in Italia grazie all’invito dello scrittore sloveno da parte di Fabio Fazio nella sua trasmissione «Che tempo che fa» nel 2008 (traduzione di Ezio Martin, revisione di Valerio Aiolli, Fazi Editore). La prefazione è di Claudio Magris. Una primavera difficile è stata tradotta da Mirella Urdih Merkù (Zandonai, 2009). Martina Clerici ha tradotto Dentro il labirinto (Fazi 2011) e Oscuramento (La nave di Teseo 2022). La città nel golfo è uscita per i tipi della Bompiani nel 2014.

Hanno scritto ultimamente su Pahor Cristina Battocletti nel Figlio di nessuno (Rizzoli 2012) e Tatjana Rojc in Così ho vissuto (Bompiani 2013).
Articoli del nostro blog su Boris Pahor:
Media italiani alla morte di Boris Pahor